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martedì 30 aprile 2024

ad altri il verde suono dell'albero

 


IL BATTENTE



Ci sono alcuni che in testa

coltivano giardini

e i loro capelli sono sentieri

per città assolate e bianche

scrivere gli è facile

chiudono gli occhi

ed ecco defluirgli dalla fronte

branchi di immagini

la mia immaginazione

è un pezzetto d’asse

e il mio solo strumento

una stecca di legno

percuoto l’asse

ed essa mi risponde

sì – sì

no – no

ad altri il verde suono dell’albero

l’azzurro suono dell’acqua

il mio è un battente

per giardini incustoditi

percuoto l’asse

ed essa mi suggerisce

il secco poema del moralista

sì – sì

no – no


  Zbigniew Herbert, "Rapporto dalla città assediata" a cura di Pietro Marchesani


Da dove nasce la poesia? quale è la sua fonte misteriosa, quali i suoi strumenti? Non lo sappiamo. Riconosciamo con una qualche approssimazione che nella mente di alcuni poeti crescono giardini pieni di colore, profumi ed armonia. Coloro tra noi che guardano con attenzione osservano un Blake o un Ovidio ed ecco che i loro capelli sono sentieri/ per città assolate e bianche. 

La voce che ci raggiunge da questi versi ha un altro timbro. I suoi strumenti sono rimasugli poveri, un pezzetto di asse, una stecca di legno, il suono che da questi si può ricavare - in apparenza - è poca cosa: 

sì - sì

no- no

niente altro.

Ci sono poeti che conoscono il verde suono dell'albero e sanno modulare l'azzurro suono dell'acqua. La loro voce può scuotere il cuore addomesticato o risvegliare l'ardore assopito, può scuotere ed infiammare. Ma oggi è bello lasciarci afferrare da una diversa e scarna melodia Un battente percosso da lieve tocco apre a giardini incustoditi, un ingresso dimesso introduce al tesoro recondito del secco poema del moralista. Ad esso ci abbeveriamo come dopo un lungo e penoso andare.