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martedì 20 dicembre 2022

Che tutto desidera accoglierla





No, non lasciate chiuse

le porte della notte,

del fulmine, del vento,

di ciò che mai si è visto.

Restino aperte sempre

esse, le ben note.

E tutte, quelle ignote,

che si aprono

sui lunghi percorsi

da tracciare, nell’aria,

sulle rotte che stanno

cercandosi un varco

con volontà oscura

e ancora non l’hanno trovato

in punti cardinali.

Mettete alti segnali,

astri, meraviglie;

che si veda chiaramente

che è qui, che tutto

desidera accoglierla.

Perchè può venire.

Oggi o domani, o fra mille

anni, o il giorno

penultimo del mondo.

E tutto

dev’essere così piano

come la lunga attesa.


Eppure so che è inutile.

Che è un gioco mio, tutto,

aspettarla così

come folata o brezza,

temendo che inciampi.

Perchè quando lei verrà

sfrenata, implacabile,

a raggiungere me,

muraglie, nomi, tempi,

si frangeranno tutti,

travolti, penetrati

irresistibilmente

dall’immensa tempesta del suo amore,

ormai presenza.

    

              di Pedro Salinas

domenica 19 aprile 2020

un angolo del mondo dove potresti aspettarmi.

"Tavola calda" di Edward Hopper, 1927


Cominciano ad accendersi
le domande alla notte.
Ve ne sono distanti, quiete,
immense, come astri:
chiedono da lassù
sempre
la stessa cosa: come sei.
Altre, fugaci e minute,
vorrebbero sapere cose
lievi di te e precise:
misura
delle tue scarpe, nome
dell’angolo del mondo
dove potresti aspettarmi.

Tu non le puoi vedere,
ma il tuo sonno
è circondato tutto
dalle mie domande.
E forse qualche volta
tu, sognando, dirai
di si, di no, risposte
miracolose e casuali
a domande che ignori,
che non vedi, che non sai.
Perché tu non sai nulla;
e al tuo risveglio,
loro si nascondono,
invisibili ormai, si spengono.
E tu continuerai a vivere
allegra, senza mai sapere
che per metà della tua vita
sei sempre circondata
da ansie, tormenti, ardori,
che incessanti ti chiedono
quello che tu non vedi
e a cui non puoi rispondere.

da "La voce a te dovuta", XLIII di Pedro Salinas


Prendono vita nella notte le domande del poeta, si accendono  - distanti - da lassù, chiedono sempre la stessa cosa ... Che altro c'è del resto che sia più importante sapere: come sei. Straordinaria intuizione questa, non come stai o cosa pensi, ma appunto come sei? Ci sono altre domande poi, fugaci e minute, sono lievi le cose che vogliono sapere di lei, anche se una sembra decisamente importante, una di quelle cose che, a saperle, cambia la vita: 

                       ... nome
dell'angolo del mondo
dove potresti aspettarmi.

Qui, quando per la prima volta ho letto questi versi, mi sono fermato a lungo. Non mi riusciva di andare avanti: un angolo del mondo ... dove potresti aspettarmi. Già, perché le persone che amiamo possono essere distanti, come sono distanti il poeta e la sua amata nella poesia. Magari sono dall'altra parte della città o solo poche scale più a destra, ma certo, anche  nella stanza accanto. E' possibile che abbiamo dimenticato di chiedere come sei e trascurato di interessarci  alle cose fugaci e minute, smesso di accogliere il miracolo di certe casuali risposte. Ma ... c'è un posto, un angolo del mondo, che è per noi, da sempre nostro. 

Ecco, forse lì, potresti aspettarmi.



mercoledì 27 novembre 2019

Ti attendo più oltre dei limiti



The Fisherman and the Syren, Frederic Leighton


Ciò che tu sei
mi distrae da ciò che dici.

Lanci parole veloci
inghirlandate di risa,
e mi inviti ad andare
dove mi vorranno condurre.
Non ti do retta, non le seguo:
sto guardando
le labbra dove sono nate.

Guardi, improvvisa, lontano.
Fissi lo sguardo lí, su qualcosa,
non so che, e scatta subito
a carpirla la tua anima
affilata, di saetta.
Io non guardo dove guardi:
sto vedendo te che guardi.

E quando tu desideri qualcosa
non penso a ciò che vuoi,
e non lo invidio: non importa.
Oggi lo vuoi, lo desideri;
domani lo scorderai
per un desiderio nuovo.
No. Ti attendo piú oltre
dei limiti, dei termini.
In ciò che non deve mutare
rimango fermo ad amarti, nel puro
atto del tuo desiderio.
E non desidero piú altro
che vedere te che ami.

di Pedro Salinas (traduzione di Emma Scoles)


domenica 3 novembre 2019

Naufraghi dei cieli


 Mi dici che a volte la luce della stella si fa troppo tenue. Riesci ancora a vederla, aggiungi ... per quanto ancora ? vuoi forse dirmi. 

Amica carissima, non guardare avanti, ci dice il poeta. E' difficile, lo so bene. Quanto spesso misuriamo il viaggio come se la meta, per quanto lontanissima, fosse davanti a noi. E quanto ci ingarbuglia la vita questo nostro misurare tappe e saggiare le forze, la direzione del vento, la rotta che si perde, le stelle che ora - sì - orientano, ora sono velate...

Abbandonati e galleggia
sopra il mare o sull'erba...



Crepuscolo, Monet, Musée des Beaux-Arts de Nantes


I cieli sono uguali

I cieli sono uguali 
Azzurri, grigi, neri,
si ripetono sopra
l'arancio o la pietra:
guardarli ci avvicina.
Annullano le stelle,
tanto sono lontane
le distanze del mondo.
Se noi vogliamo unirci,
non guardare mai avanti:
tutto pieno di abissi,
di date e di leghe.
Abbandonati e galleggia
sopra il mare o sull'erba,
immobile, il viso al cielo.
Ti sentirai calare
lenta, verso l'alto,
nella vita dell'aria.
E ci incontreremo
oltre le differenze
invincibili, sabbie,
rocce, anni, ormai soli,
nuotatori celesti,
naufraghi dei cieli.


                    di Pedro Salinas

domenica 27 ottobre 2019

Non ho bisogno di tempo

Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
Pedro Salinas
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.


Oggi il blog ha sorpassato le cinquemila visualizzazioni, da quando è stato creato. La poesia che ho scelto per questa occasione speciale è di un poeta madrileno che ha posto l'amore al centro della propria ricerca. In Italia Einaudi ha pubblicato una raccolta delle sue poesie, pubblicata nel '33 con il titolo "La voce a te dovuta".
Ringrazio Simona che mi ha parlato di questo poeta, ma in verità voglio soprattutto ringraziare la donna che ha ispirato questa poesia, perché ha dato il volto e la voce a tutte le donne di cui gli uomini hanno potuto dire... di tanto in tanto

Ti ho conosciuto nella tempesta