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venerdì 6 settembre 2019

Mentire con grazia



Office in a Small City, 1953 by Edward Hopper



Riprendo a mentire con grazia,
mi inchino rispettoso allo specchio
che riflette il mio collo e la cravatta.
Credo d’essere questo signore che esce
tutti i giorni alle nove.
Gli dei sono morti uno a uno in lunghe file
di carta e cartone.
Niente mi manca, neanche tu
mi manchi. Sento un buco, però è facile
un tamburo: pelle ai due lati.
A volte torni la sera, quando leggo
cose che tranquillizzano: bollettini,
il dollaro e la sterlina, i dibattiti
delle Nazioni Unite. Mi sembra
che la tua mano mi pettina. Non mi manchi!
Solo cose minute all’improvviso mi mancano
e vorrei ricercarle: la contentezza
e il sorriso, questo animaletto furtivo
che ormai non vive più fra le mie labbra.



                                                                                       

                                                                                                                             di Julio Cortàzar






Julio Cortázar è nato a Bruxelles nel 1914, figlio di un funzionario dell'ambasciata argentina in Belgio. È considerato fra i maggiori autori di lingua spagnola del XX secolo. Morì di leucemia nel 1984 a Parigi, dove è sepolto. Tra i suoi libri pubblicati da Einaudi, oltre a Bestiario (1965) e al Gioco del mondo. Rayuela (1969, 2013), Storie di cronopios e di famas (1971), Ottaedro (1979), Il viaggio premio (1983), Il persecutore (ultima edizione nelle «Letture Einaudi», 2017), il volume complessivo dei Racconti a cura di Ernesto Franco, nella «Biblioteca della Pléiade» (1994), Fine del gioco (2003), Carte inaspettate (2012), Gli autonauti della cosmostrada ovvero Un viaggio atemporale Parigi-Marsiglia (2012), diario di viaggio scritto a quattro mani con la moglie Carol Dunlop, Animalia (2013) e Lezioni di letteratura (2014).

sabato 15 giugno 2019

... di cosa parliamo quando parliamo d'amore

          sulla poesia dopo le feste di Julio Cortázar 



 
Prima di tutto ancora un grazie a Simona che tempo fa mi ha fatto conoscere questa poesia ed il suo autore...

       






   

Perché la poesia Dopo le feste (nell'originale Después de las fiestas) è così apprezzata, anche dal pubblico di coloro che non leggono abitualmente poesie? Cosa fa funzionare i suoi versi? Quale magia vi è nascosta?
Innanzitutto, credo, è il momento che il poeta argentino 'fotografa': due amanti dopo una festa che si è protratta nel cuore della notte. Sono andati via tutti e solo in due sono rimasti e i bicchieri vuoti e i portacenere sporchi. L'istantanea è precisa, nitida: non più l'ebbrezza della seduzione, il tumulto del cuore, il sapore della passione...

Il momento esattamente dopo.

Era bello sapere che eri lì, come una corrente che si ferma tranquilla, calma. Come un torrente di montagna che scorre veloce, il suono argenteo, allegro, rinfranca dalla fatica e smuove all'azione energica. D'un tratto piega in un'ansa e le sue acque si fanno quiete, il colore è limpido; ahí como un remanso, l'originale spagnolo, ha a che fare con la acción de detenerse, relajarse, aquietarse o quedarse tranquilo.

Questa immagine, a mio avviso, coglie un momento decisivo dell'esperienza dell'amore, quello in cui la passione si è consumata. Il sudore mescolato degli amanti e le capriole tra le lenzuola, lasciano il posto alla quiete, al remanso. Ecco quel momento decisivo, l'attimo fuggente che disvela la verità, che chiarisce di cosa parliamo quando parliamo d'amore...
Il poeta guarda la sua donna, ma non vede più solo lei: sola con me sull’orlo della notte; sul confine della notte. Quando il buio comincia piano a rischiararsi, è in quell'istante prezioso e rapido che si manifesta una bellezza che toglie il respiro: essere insieme sull’orlo della notte. Uno stesso cuscino e uno stesso tepore a far loro compagnia, fino all'alba che giungerà.

Un luogo: un fiume che rallenta e diventa calmo, un tempo: il confine tra il buio e il chiarore che ancora non è luce. Il momento preciso, il καιρός, in cui appare chiaro che lei, proprio lei e nessun'altra, è quella che rimane, quella che non se ne va.

Spesso i poeti hanno visto nel tempo, invida aetas, un nemico dell'amore: trascorre veloce, fugge e inganna, porta con sé i giuramenti dell'amica, ma questa donna non è come le altre, è più del tempo... C'è da trattenere il fiato per un verso di questa incandescenza espressiva.

... más que el tiempo

Almeno lì, in quell'istante, in quella notte che ancora non è giorno, dopo le feste, dopo che tutti sono andati via...

giovedì 13 giugno 2019

di Julio Cortázar, Dopo le feste



E quando tutti se ne andavano

e restavamo in due

tra bicchieri vuoti e portacenere sporchi,

com’era bello sapere che eri lì

come una corrente che ristagna,

sola con me sull’orlo della notte,

e che duravi, eri più che il tempo,

eri quella che non se ne andava

perché uno stesso cuscino

e uno stesso tepore

ci avrebbero chiamati di nuovo

a svegliare il nuovo giorno,

insieme, ridendo, spettinati.