NEL GOLFO DI CORINTO
Nel Golfo di Corinto
Il respiro degli dèi è visibile:
E' un arco un alone una nuvola
Attorno alle montagne e alle isole
Come un cielo più intenso e abbagliato
E anche l'odore degli dèi invade le strade
E' un odore di resina di miele e di frutta
Dove si disegnano grandi corpi lisci e brillanti
Senza dolore senza sudore senza pianto
Senza la minima ruga del tempo
E una luce color di mora nel ponente si specchia
E' il sangue degli dèi immortale e segreto
Che si unisce al nostro sangue e con esso lotta.
Sophia de Mello Breyner Andresen, Il giardino di Sophia, traduzione di Roberto Maggiani, "Il ramo e la foglia edizioni"
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Grazie alla giovane casa editrice "Il ramo e la foglia edizioni" dunque il lettore italiano può avere accesso alla pregevole raccolta delle liriche selezionate e tradotte da Roberto Maggiani - poeta lui stesso sarà bene ricordarlo - raccolta che opportunamente è accompagnata dall'ottima postfazione di Claudio Trognoni, necessaria introduzione alla poesia della Andresen. Proprio nella postfazione di Trognoni troviamo alcune indicazioni preziose per comprendere più profondamente la ricca trama di espressioni e di riferimenti simbolici connessi alla cultura greca evidenti nella lirica Nel golfo di Corinto; l'esperienza estetica del mondo ellenico infatti diventa occasione di contatto con la verità circoscritta da quella luce inimitabile, "luogo per eccellenza di unità tra divino e terreno, tra parola poetica, mondo empirico e verità assoluta". Nel Golfo di Corinto - non a caso - la voce poetante afferma che il respiro degli dèi è visibile e la natura stessa dell'aere è dotata di un carattere numinoso, come un cielo più intenso e abbagliato. La presenza degli dèi poi non è solo luce, ma un profumo fragrante, un odore di resina di miele e di frutta; all'anima in tal modo pare di scorgere la presenza del divino: corpi che non conoscono pena ed afflizione, le rughe del tempo e degli affanni. L'epifania del divino è esperienza del totalmente altro, di un altrove assoluto:
... grandi corpi lisci e brillanti
Senza dolore senza sudore senza pianto
Senza la minima ruga del tempo
Essa manifesta sì il contatto possibile, ma anche l'irrimediabile distanza: può forse essere la natura umana altro che dolore, sudore, pianto e rughe del tempo ? Così, se persino il mare si tinge della presenza degli dèi, essi nell'ultimo, meraviglioso verso si rivelano entità lontane e tuttavia presenti, unite al nostro sangue ed inevitabilmente con noi in lotta. Felicissima mi sembra la scelta della poetessa lusitana di concludere la poesia con un termine che in apparenza sembra contraddire il nucleo dell'ispirazione dei suoi versi, ma che in realtà - in luminosa coerenza con lo spirito greco - sancisce la profonda intuizione di quello stesso spirito: il destino dell'uomo - la sua natura essenziale ed il suo compito - consiste nel sentimento tragico della propria finitezza, nel senso del proprio limite in cui abita una lucida amarezza, priva al tempo stesso di qualunque indulgente forma di autocommiserazione.
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