Il nuovo cammino
che sto per cominciare
corre in ogni direzione
traversa monti e mari.
Ma se devo dire
quale ne sia la forma,
è un rullo di tamburo, uno squillo di tromba.
Musō Sōseki, 1351 - da "Jisei -Poesie dell'addio" SE editore
Nel suo jisei l'incombere della morte è rappresentato come un cammino sconosciuto che si apre tra monti e mari, senza una meta precisa, mosso non più da traguardi prestabiliti, ma dall'anelito alla Via, all'esperienza dell'illuminazione; del nuovo viaggio - avverte il poeta - non è facile definire i caratteri, ma se proprio si deve ricorrere alle parole, esso può essere paragonato al rullo di un tamburo o ad uno squillo di tromba. Un suono dunque, dotato di una sua vibrante energia, tutta spirituale: si innalza al di là delle rupi scoscese, oltre il fragore delle onde, al di là dei ripidi passi battuti dal vento. Il suono della tromba, il rullare del tamburo evocano il viaggio dell'io, finalmente liberato dal giogo della necessità (secondo il poeta greco Eschilo tale è la condizione umana), nulla rimpiangendo ma tutto amando.