Cerca nel blog

mercoledì 5 febbraio 2025

senza lasciare traccia

 



INSONNIA INVERNALE


La mente non può dormire, può solo giacere sveglia,

ingolfata, ad ascoltare la neve che si aduna

come per l’assalto finale.


Vorrebbe che venisse Cechov a somministrarle

qualcosa – tre gocce di valeriana, un bicchiere

d’acqua di rose – qualunque cosa, non importa.


La mente vorrebbe uscire di qui

fuori sulla neve. Vorrebbe correre

con un branco di bestie irsute, tutte denti,


sotto la luna, in mezzo alla neve, senza

lasciare traccia, neanche un’impronta, nulla.

E’ malata, stasera, la mente.


                traduzione di Francesco Durante, Edizioni minimum fax


Winter Insomnia

The mind can’t sleep, can only lie awake and

gorge, listening to the snow gather as

for some final assault.


It wishes Checkov were here to minister

something—three drops of valerian, a glass

of rose water—anything, it wouldn’t matter.


The mind would like to get out of here

onto the snow. It would like to run

with a pack of shaggy animals, all teeth,


under the moon, across the snow, leaving

no prints or spoor, nothing behind.

The mind is sick tonight.


Una poesia per questo periodo di notti invernali, quando la mente rimane sveglia e l'orecchio si tende ad ascoltare le neve che si aduna, con un suo fare minaccioso, quasi ostile. In notti come queste urge un desiderio di pace interiore - non importa come ottenuto - e a questo desiderio un altro si sovrappone d'un tratto, diverso, se non contrario: uscire di qui / fuori sulla neve correre / con un branco di bestie irsute, tutte denti, come lupi selvaggi e feroci, mossi dal puro istinto, fedeli solo alla propria natura.

Correre sotto la luna, in mezzo alla neve, senza / lasciare traccia, neanche un’impronta, nulla. L'immagine d'istinto mi piace molto, non so bene perché: correre nella neve, sotto la luna, vuol dire lasciare tracce di sé, impronte del proprio passaggio, orme che segnano un percorso, quindi una storia, con le sue conseguenze, memorie, ricordi, ferite e gioie. Non si può correre nella neve e non lasciare tracce, se non nei versi di una poesia o nell'anelito di una mente che non trova requie in una notte d'inverno. 

Lo sappiamo che non è necessario cercare sempre un significato nelle immagini delle poesie, eppure in questa particolare immagine indugio, ritorno, ne percorro le possibilità, tortuose come stretti corridoi di labirinti, ma il filo di Arianna è perduto. Notte d'inverno, passa veloce per favore.