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giovedì 30 ottobre 2025

quel che la vita mi riserva

 


 Amleto 


Il mormorio s'è spento. Sono in scena.
Appoggiato allo stipite della porta,
cerco di cogliere nell'eco lontana
quel che la vita mi riserva.

Mi fissa il buio della notte
con mille binocoli puntati.
Se solo è possibile, Abba Padre,
allontana da me questo calice.

Amo il tuo progetto ostinato
e sono pronto a recitare questa parte.
Ma ora si svolge un altro dramma
e per questa volta dispensami.

Ma meditato è l'ordine degli atti
e ineluttabile la fine del cammino.
Sono solo, tutto sprofonda nel fariseismo.
Vivere una vita non è attraversare un campo.

         di Boris Pasternak, le poesie di Jurij Zivago


“Esistono poeti nati – Pasternak”: bastano poche parole a Marina Cvetaeva per ritrarre indelebilmente l’autore del Dottor Živago, romanzo dal successo “fragoroso” (A. M. Ripellino). “Un’opera che scrivo solo per la mia anima,” confidò il poeta in una lettera alla cugina Olga Freidenberg, e che diventerà, invece, un caso letterario mondiale e uno dei libri più rappresentativi del Novecento. Un romanzo dal respiro epico, sintesi della visione di Pasternak della storia russa, e colmo dei temi e delle esperienze che hanno ispirato la sua poesia, esito di un percorso cominciato nella composizione musicale. La sua caratteristica più evidente è la struttura in prosa e in versi; la sua conclusione è affidata alle poesie di Jurij Živago raccolte in un quaderno che i suoi amici, Gordon e Dudorov, sfogliano “in una quieta serata estiva”, seduti “accanto a una finestra aperta sull’immensa Mosca serale”. Poesie che non sono una mera appendice, ma la luce che richiama e rischiara l’esistenza del protagonista, come se l’intera narrazione costituisse la biografia del loro autore, l’introduzione all’opera di Jurij Živago, medico e poeta. E sono, soprattutto, l’estremo frutto della creatività di Boris Pasternak, “poeta stupendo, oltremarino” (V. Majakovskij).

(Dall’interno copertina) 

Noi siamo attori appena entrati in scena, incerti su ciò che attende e consapevoli che è ineluttabile la fine del cammino. 


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