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lunedì 29 agosto 2022

Haiku n.8

 




Pioggia di primavera -

sulla lettera gettata nel bosco

il vento soffia.


                di Kobayashi Issa (1763-1828)


Una pioggia primaverile ed un bosco, una lettera gettata via chissà da chi, il vento che la porta via, di qua e di là. Bastano a Kobayashi pochi elementi, pochi tratti di pennello, per catturare subito l'attenzione del lettore e per produrre immediati moti di quella speciale facoltà di immaginare che squilla contro ogni assopimento dell'anima.

Un haiku, come è noto, è formato da una sequenza di diciassette sillabe, uno spazio di tempo non più ampio di un leggero respiro racchiude l'essenza più autentica dell'anima giapponese. Tra i caratteri più sorprendenti di tale anima vi è - lo nota acutamente il curatore dell'antologia "Il muschio e la rugiada" (Biblioteca Universale Rizzoli 2008) - "la convinzione dell'inadeguatezza del linguaggio rispetto al compito di testimoniare la verità". Proprio nelle diciassette sillabe dell'haiku di Kobayashi che oggi leggiamo, lo scarto tra le possibilità del linguaggio e l'ambizione tutta umana a stringere nel pugno la verità mi sembra esemplare.

Per chi furono scritte le parole che scolorano ora sotto la pioggia di primavera? Fu un impeto di disperazione o un lampo di sdegno a spingere il cuore a gettare via ciò che il bosco non restituirà ? Ciò che forse domani sarà inutilmente rimpianto. Oppure fu un servo infedele a gettar via la lista della spesa dei suoi padroni per intascare le monete a lui affidate? Un guerriero caduto in disgrazia, una concubina innamorata, un monaco che ha smarrito la via, eccoci giunti al crocevia inatteso di destini sconosciuti. Come che sia, sembra proprio, di fronte a questa poesia, di imbatterci in un'ora di punta dell'emozione umana, secondo la bella espressione di Marguerite Yourcenar. 

Il segreto delle vite intrecciate  negli ideogrammi della lettera gettata e portata dal vento, non potrebbe essere più inaccessibile. E che il vento soffi in egual misura sul mistero del nostro destino, ora lo vediamo come in limpida fonte. E' bastato il tempo di una manciata di sillabe, il tempo di un respiro...

Sull'autore dell'haiku di oggi solo qualche parola. Kobayashi Issa non riuscì a godere in vita della enorme considerazione che fu riservata alla sua opera solo in epoca moderna. La vita del poeta fu segnata da lutti e perdite dolorose, sempre lo accompagnò una dignitosa povertà, alle volte per scelta più spesso per necessità, ebbe un'indole solitaria, sebbene priva di qualsiasi affettazione. Se la sventura segnò il tempo della sua vita terrena, ritroviamo spesso nei suoi versi una intima compassione  per le vicende degli umili, non priva alle volte di una composta allegria. 

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