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venerdì 17 luglio 2020

dorma la sventura infinita.



Quando nell'arca

        Quando nell'arca
ben costruita
il soffio del vento
e il mare sconvolto la prostravano
nella paura, con guance non asciutte,
intorno al capo di Perseo pose la mano
e disse: "O figlio,
quale pena io ho.
Tu dormi: col tuo cuore di bimbo
tu dormi, nella triste arca
dai chiodi di bronzo, nella notte buia
e la tenebra oscura disteso.
E il mare profondo - l'onda sfiora
i tuoi capelli - non curi,
né la voce del vento,
appoggiato nella veste di porpora
il tuo bel viso.
Se ciò che fa paura, per te fosse pauroso,
alle mie parole porgeresti
il tuo tenero orecchio.
Ti prego, bimbo, dormi: e dorma il mare,
dorma la sventura infinita.
Un mutamento appaia,
Zeus padre, da te.
Se un voto audace io formulo,
o lontano da giustizia, perdonami".

Fr. 38/543 Page         
                                       di Simonide di Ceo, traduzione di Francesco Sisti

Raccontavano i Greci questa storia: un oracolo aveva predetto ad Acrisio, re di Argo, che il figlio generato da sua figlia Danae lo avrebbe ucciso. Il re dunque aveva cercato di stornare la predizione imprigionando la figlia in una torre, ma Zeus sotto forma di pioggia d'oro riuscì a possederla e Danae concepì un figlio, Perseo. Il re di Argo non si dette per vinto e fece rinchiudere il bambino con la madre in una cassa che affidò alle onde del mare. Perseo e la madre si salveranno e il destino farà il suo corso.

Simonide in questo frammento immagina le parole disperate di Danae, mentre la cassa in cui si trova con il figlio è in balia degli elementi. E' una notte buia di tenebre fitte, il vento soffia rabbioso e il mare profondo è sconvolto, ma Perseo dorme tra le braccia della madre senza comprendere il pericolo che incombe su di loro. Danae ha il cuore prostrato dalla paura, mentre il figlio tra le sue braccia dorme tranquillo. L'anima sconvolta stretta attorno al respiro innocente di un bimbo che dorme. E questo solo chiede Danae che il suo piccolo figlio non si svegli:

Ti prego, bimbo, dormi: e dorma il mare,
dorma la sventura infinita.

Quante volte sarà risuonata questa preghiera tra le onde del mare, fino ai nostri giorni ... e non solo tra le onde di un mare minaccioso, ma ogni volta che una madre ha cercato di proteggere nel sonno del proprio figlio l'unico, l'estremo riparo contro la sventura.

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