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domenica 5 luglio 2020

Ciò che pesa troppo




Ciò che

Ciò che pesa troppo
e trascina in basso
che fa male come il dolore
e brucia come uno schiaffo,
può essere  pietra
o àncora.

di Adam Zagajewski


Ci sono eventi, incontri, svolte improvvise o dolorose che pesano troppo, lo sappiamo e lo impariamo tutti, a volte molto presto, a volte ci mettiamo solo un po' di più. Ciò che pesa troppo incurva le spalle e spinge lo sguardo verso il basso, restringe il campo della nostra vista al prossimo passo, poco più avanti della punta del piede. Il cielo si fa come una lastra chiusa, del colore del piombo, a che guardarlo? Le cose che fanno male spesso ci atterrano, come un pugno che sul ring ci coglie impreparati. In un battere di ciglia siamo al tappeto. A volte invece il processo è più lento: i giorni, poco alla volta, senza quasi che ce ne accorgiamo, accumulano sul nostro capo peso su peso, dolore su dolore, delusione su delusione. Il risultato è lo stesso. Ciò che fa male, diventa pietra, una cosa pesante, che non ci abbandona mai, nemmeno per un attimo. E attorno a questa pietra si concentrano sempre più le nostre emozioni e sensazioni; ne sentiamo il peso gravoso, la sua ruvidezza lascia piaghe sulla mani, diventiamo solo questo. Un uomo, una donna ... che trascina una pesante pietra.

Adam Zagajewski in questa breve poesia ci fornisce la possibilità di guardare all'esperienza del dolore da una prospettiva diversa: ciò che pesa troppo non necessariamente diventa pietra, può invece essere anche un'àncora. Se la direzione del movimento può sembrare a prima vista indistinguibile, perché sia la pietra che l'àncora ci portano verso il basso, del tutto diverso è l'esito finale.

Il simbolo dell'àncora infatti richiama prima di tutto la necessità di rimanere fermi, saldi, là dove la vita sembra trascinarci via, sballottandoci qui e là, senza una meta, senza una direzione, in balia del vento o del mare mutevole. Gettare l'àncora vuol dire in questo senso riaffermare la fiducia nelle proprie forze, nel fatto che la vita ha un senso, uno scopo e che c'è un porto che ci attende per lo gran mar de l'essere (Paradiso, I, v. 113). 

Inoltre questo stesso simbolo disvela un altro aspetto della visione poetica di Zagajewski: l'àncora infatti da sola non può nulla, senza una catena di anelli resistenti e ben temprati che la leghi all'imbarcazione di cui è parte. Gli anelli sono gli altri: i membri della nostra comunità civile, gli amici e i familiari che vivono accanto a noi. Il nostro prossimo insomma Non lo sono necessariamente, né per loro natura; possono esserlo, così come uno stesso dolore è pietra per uno ed àncora per un altro, ma non ci potremo liberare da ciò che pesa troppo con le nostre sole forze. 

L'àncora, infine per fare il suo lavoro deve agganciarsi bene alle profondità della terra, al fondo del mare, all'abisso dove la luce sembra non giungere mai. Non saranno dunque le utopie astratte, le ambizioni a superare la precarietà ed i limiti della condizione umana che ci libereranno del peso del dolore divenuto pietra. E' solo dal punto più profondo della terra che prende a salire la strada verso il cielo.













1 commento:

  1. commento di impulso: ciò che pesa troppo non va trattenuto, comunque. Che sia pietra o che sia àncora
    francesca

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