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martedì 1 dicembre 2020

sentirti destino intrecciato

alla mia sposa 


Marc Chagall, Le tre candele 


Alcesti


Ma solo pensare a te.

Non è una figura che viene

una nitida traccia.

È come cadere in un posto

con un po’ di dolore.


Tu sei il mio tu piú esteso

deposto sul fondo mio. Tu. Non c’è

un’altra forma del mondo

che si appoggi al mio cuore

con quel tocco, quell’orma.

Tu. Tu sei del mondo la piú cara

forma, figura, tu sei il mio essere a casa

sei casa, letto dove

questo mio corpo inquieto riposa.

E senza di te io sono lontana

non so dire da cosa ma

lontana, scomoda un poco

perduta, come malata,

un po’ sporco il mondo lontano da te,

piú nemico, che punge, che

graffia, sta fuori misura.


Mio vero tu, mio altro corpo

mio corpo fra tutti mio

piú vicino corpo, mio corpo destino

ch’eri fatto

per l’incastro con questo mio

essere qui in forma di femmina

umana. Mio tu. Antico suono

riverberante, antico

sentirti destino intrecciato

sentire che sei sempre stato,

promesso da ere lontane

da distanze cosí spaventose

cosí avventurose distanze da

lontananze sacre.


Tu sei sacro al mio cuore.

Il mio fuoco

brucia da sempre col tuo

il mio fiato.


Io parlo delle forze −

di correnti sul fondo del mio lago

sul fondo del tuo, oscure e potenti,

piú del tempo dure piú dello

spazio larghe, ma sottili

al nostro sentire,

afferrate appena

e poi perdute, nel loro gioco.


Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo

prima di questo nome? E ancora

saremo qualcosa, lo sappiamo e non

lo sappiamo, con un sentire

che non è intelligente lavorio cerebrale.


Nessuna parte di corpo che muore

nessun pezzo umano, nessun arto,

nessun flusso di sangue, nessun

cuore, nessuno, niente che sia

stretto nel giro del sole, niente

che sia solo terrestre umano muove

il tuo cuore al mio, il mio al tuo,

come fossero due parti di un uno.


Allora tu sei la mia lezione piú grande

l’insegnamento supremo.

Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste

l’uno solamente, senza il due.


                                 Mariangela Gualtieri, da “Bestia di gioia”, Einaudi, Torino, 2010

2 commenti:

  1. Rileggo questa poesia molte volte per coglierne le sfumature: il destino intrecciato di due anime e due corpi viene descritto con tante immagini diverse ma tutte di una forza poetica e una carica emotiva incredibili...forze oscure e potenti, l'amata/l'amato è come una corrente sul fondo del lago ...
    Potersi riconoscere uno solamente senza il due, cambia la prospettiva e rende grati alla vita che unisce indistricabilmente i destini e cura la solitudine e all'amata/o che pure si è riconosciuta/o uno senza il due.

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  2. Oh, la prova, il ricordo, la testimonianza dell'esistenza dell'amore è questa poesia.
    Grazie professore che porta al mio sguardo e al mio cuore poesie che possano ravvivare in me la fiducia nei sentimenti. In questo periodo sto in un momento favorevole per tutte le mie attività di studio e svago ma l'amore è ciò che mi continua a mancare. Questa poesia così intensa, mai banale, riesce a percorrere e ripercorrere l'amore in tutte le sue sfaccettature e, per chiunque l'abbia provato almeno una volta, suscita il desiderio di tornare al proprio amore.
    L'amore rende la persona amata nella nostra mente sfumata, un poco eterea, spesso indistinguibile da un sogno e per questo perfetta, simile ma opposta a quando un artista ha un'opera nella sua mente e per quanto possa sforzarsi a realizzarla fedele alla sua idea, non ci sarà verso di riuscirci; Leonardo da Vinci diceva sempre che le sue opere lo lasciavano sempre scontento, perché la sua mano non riusciva a seguire la sua mente. La perfezione dell'amore invece è l'opposto: è la nostra mente che non riesce a tenere il ricordo di tanta bellezza e quindi tende a confondere il bello con l'indefinito.
    L'amato è casa, è il posto dove tornare è il qualcuno che ci rende parte del mondo, che ci da la sicurezza che ci sia un posto per noi.
    L'amato è possesso, è sentire qualcuno tuo è sentirsi posseduti, è essere non solo propri, è il senso del nostro corpo così odiato da noi stessi.
    L'amato è dionisiaco, è il perdere la propria coscienza, la propria individualità, il proprio essere nell'altro, "correnti sul fondo del mio lago" immagine più bella del confondersi con l'altro, di tale bellezza che no avevo mai sentito prima.
    L'amore infine è eternità legarsi a qualcuno per sempre, per sempre essere uno con l'amato, mai soli, mai soli, mai soli, questa è eternità.
    Chissà professore, forse sarà perché ho amato solo una persona, ma ho la sensazione di non poter ritrovare qualcuno che io riesca ad amare. Inoltre direi che anche lo studio che ho scelto mi porta via tantissimo tempo e sentimento, poiché sento che annego tra teoremi e corollari. Però le poesie che ci propone mi fanno riemergere da questo mio essere prossimo all'automa e mi danno conferma di essere vivo. Non smetta di curare questo portale verso la poesia, perché son certo che altri silenziosi bisognosi di sentimento rinascono grazie alle sue proposte.
    Un saluto professore,
    grazie per l'odierna rinascita,
    L.R.

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