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domenica 1 settembre 2019

Vincendo me col lume del sorriso


Nella poesia Il sorriso di lei , pubblicata qualche giorno fa, Emily Dickinson elabora un'immagine particolarmente coinvolgente: una donna il cui viso non è diverso da tanti altri sorride, ma questo sorriso stringe in una morsa il cuore con una trafittura della gioia (secondo la felice espressione di C. S. Lewis),

... come quando
un uccello si alza in volo, vuole cantare,
poi ricorda il Proiettile che l'ha ferito

Lo spirito vorrebbe cantare, è per questo che si vola, ma una ferita dolorosa sopraggiunge...

Allora si aggrappa a un ramo sottile,
convulso, e la musica intanto si schianta
come perle finite in un pantano.   

Leonardo da Vinci, Sant'Anna, particolare
L'uccello si tiene ad un ramo sottile mentre si agita in modo convulso e il suo canto si schianta giù, come qualcosa di prezioso e raro che finisce nel fango. Tutta la forza della poesia si gioca sull'istante in cui convivono insieme, sul sorriso di lei, il desiderio del canto e la consapevolezza del dolore che sopraggiunge.

Leonardo da Vinci ha colto nel volto di Sant'Anna questa particolare qualità che il sorriso di una donna assume talvolta, quasi velata da un presentimento di dolore o da una pensosa consapevolezza.
Maria tende le braccia verso suo figlio che gioca con un agnello (prefigurazione della sua futura Passione), mentre Anna osserva la scena con un sorriso indimenticabile: presagisce che la vita di quella sua figlia non sarà come quella delle altre fanciulle, vede forse la spada che le trafiggerà il cuore? l'angoscia della Via dolorosa e del Golgota ? Sorride Anna, di fronte a un mistero che le sfugge o forse già intuisce che quella storia non finirà in un sepolcro vuoto?

La suggestione che ci spinge dietro a questo strano sorriso, in cui convivono dolore e felicità ci conduce ora ad una delle cose più belle della letteratura italiana: il sorriso di Beatrice nell'opera poetica di Dante.Tra i numerosi luoghi in cui il poeta fiorentino si sofferma su tale immagine, è in questa terzina, tratta dal canto XVIII del Paradiso che essa appare espressa in modo mirabile:

Vincendo me col lume del sorriso
ella mi disse: "Volgiti e ascolta
chè non pur ne' miei occhi è paradiso.

Si tratta, a mio personalissimo avviso, della più intensa, struggente e potente visione della gentilissima. Non a caso a proposito di questi versi il Momigliano ha scritto che la terzina "è scritta con una mano d'incomparabile leggerezza, e conserva alla Beatrice beata, insieme con la luminosità del paradiso, un'ombra, meno di un'ombra, di compiacimento femminile".
Già nella Vita Nuova tuttavia, al capitolo XXI nella parte finale del sonetto Ne li occhi porta la mia donna Amore, Dante si soffermava sul riso della donna:

Quel ch'ella par quando un poco sorride
non si può dicer né tenere a mente,
sì è novo miracolo e gentile

Gabriel Rosettti, Dante’s Dream at the Time of the Death of Beatrice

Il sorriso della gentilissima è ineffabile, la mente non può trattenerlo, è una cosa miracolosa, diversa da tutte le altre alle quali l'uomo è abituato. Non è un caso tuttavia che proprio questo sorriso sia collocato da Dante in una sezione particolare della Vita Nuova, immediatamente prima del racconto della morte del padre di lei, del suo dolore amarissimo e del suo pianto pietoso. Episodio seguito immediatamente da quello di un'esperienza personale di infermità fisica ed interiore del poeta, che culmina nel sogno-visone della morte dell'amata.
Non è possibile, nell'esperienza esistenziale ed artistica di Dante, separare il sorriso di Beatrice dalla sua morte prematura, il suo potere miracoloso dalla disperazione che la sua scomparsa terrena produce. L'alzarsi in volo dallo schianto del canto.

Il novo miracolo di questo sorriso è lo stesso a cui allude William Blake quando in una sua poesia scrive che esso:

... a fondo nel profondo del cuore penetra,
E affonda nelle midolla delle ossa -
E mai nessun Sorriso fu sorriso,
Ma solo quel sorriso solo,

Sorriso che dalla culla alla fossa
Sorridere si può una volta sola,
Quando è sorriso,
Ha fine ogni miseria.

Proprio così ... ha fine ogni miseria.


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