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domenica 28 febbraio 2021

Beata l'acqua





Beata l’acqua
Che non teme di cadere,
Ma seguendo il pendio
Sfugge a suo piacere.


Clemente Rebora, "Dieci poesie per una lucciola"


Dicono che le dieci poesie Rebora le abbia scritte per la pianista russa Lydia Natus, una donna colta e sensibile, l'unica che il poeta amò nella sua vita. Dicono che l'acqua che scorre in questa poesia sia una metafora dell'amore. 

E' vero, l'amore non può essere che questo: non temere di cadere, sfuggendo via a proprio piacere, in fedeltà solo alla propria natura.


3 commenti:

  1. Cosa c'è di più naturale per l'acqua del cadere?

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    1. Interessante domanda. Dipende, credo, dalla valenza che attribuisci al verbo "cadere" . Nel suo significato più immediato è comune esperienza che l'acqua cada. Cade la pioggia, scivola giù l'acqua da una cascata, scorre rapida su un pendio montano. Ma forse qui il poeta ha in mente un'altra valenza di cadere, verbo la cui etimologia rimanda a "soccombere", ad "essere immolato" o anche a "tramontare".
      Ciò che cade non solo si muove naturalmente verso il basso, in forza della legge di gravità, spesso cadere significa dissolvere la propria forma precedente. Cadere vuol dire per noi perdere ciò che è - o crediamo essere - la nostra unicità, la nostra natura irripetibile.
      Ecco l'acqua/amore di questa poesia forse non teme questo aspetto del cadere.

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  2. Ho letto questa poesia e subito dopo quella pubblicata appena prima, sul fiore di loto. In entrambe si parla di “cadere” come precipitare,morire, perdere/mutare forma, come sacrificio necessario per vivere o per essere davvero liberi. Molto interessante, grazie

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