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giovedì 26 dicembre 2019

l'inflessibile fato di lui


Natività di Andrej Rublev, galleria Tret'Jakov di Mosca



Se in te semplicità non fosse, come
T’accadrebbe il miracolo
di questa notte lucente? Quel Dio,
vedi, che sopra i popoli tuonava
si fa mansueto e viene al mondo in te.

Più grande forse lo avevi pensato?
Se mediti grandezza: ogni misura umana
dritto attraversa ed annienta
l’inflessibile fato di lui. Simili
vie neppure le stelle
hanno. Son grandi, vedi, questi re;
e tesori, i più grandi agli occhi loro,
al tuo grembo dinanzi essi trascinano.
Tu meravigli forse a tanto dono:
ma fra le pieghe del tuo panno guarda,
come ogni cosa Egli sorpassi già.
Tutta l’ambra imbarcata dalle terre più remote,
i gioielli aurei, gli aromi
che penetrano i sensi conturbanti:
tutto questo non era che fuggevole
brevità: d’essi, poi, ci si ravvede;
ma è gioia – vedrai – ciò che Egli dà.


  di Rainer Maria Rilke


E' alla Vergine Maria che la voce di questa poesia si rivolge, a lei che è il fulcro attorno al quale ogni rappresentazione artistica della Natività si è costruita nei secoli, lei termine fisso d'etterno consiglio .
Se non vi fosse stata nella sua natura semplcità, il miracolo di questa notte lucente mai avrebbe potuto essere: l'immensamente grande che si fa mansuetudine. Rilke coglie con grande lucidità la dismisura enorme tra le leggi remote che regolano gli interminati spazi delle stelle e la precarietà di quella notte a Betlemme.

Sempre Maria vediamo dominare al centro della stupenda icona di Rublev dedicata alla natività: non è rivolta verso il bambino, ma verso i Magi che giungono, è rivolta verso il mondo potremmo dire. Colei che ha generato il suo Creatore, rappresenta la nostra umanità, il suo grembo è nello stesso asse di simmetria della stella e quindi del bambino. Colpisce il fatto che non lo guardi, significa che anche lei è compenetrata dal Mistero che l'attende, assorta nella contemplazione di quanto di straordinario è avvenuto: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 57).

Questo atteggiamento pensoso, meditativo di Maria lo ritroviamo anche nei versi di Rilke: fra le pieghe del tuo panno guarda/come ogni cosa Egli sorpassi già. Dentro di sé dovrà guardare per vedere al di là delle fugaci apparenze e svelare la fuggevole brevità degli ornamenti terreni.
In quello sguardo distolto dalla grotta oscura dove il bambino riposa nella mangiatoia, un evidente richiamo al sepolcro della deposizione, in quell'invito rivolto a Maria -  fra le pieghe del tuo panno guarda - sta probabilmente il segreto della forza di suggestione che da secoli la figura della Vergine continua a suscitare in artisti, poeti e negli uomini a cui accade ciò che Rimbaud ("Natale sulla terra") dice :

 Dallo stesso deserto,
nella stessa notte,
sempre i miei occhi stanchi si destano
alla stella d’argento,
sempre

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