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Una rara foto di Bobby Sands scattata nell'Agosto del 1976, pochi giorni prima del suo arresto |
UN PENSIERO NELLA NOTTE
Mentre dall'oscurità esterna la pioggia veniva giù pesante,
in lastre d'argento che precipitano
sulla superficie nera d' asfalto
scagliando fuori un milione di fate,
di figure da favola
che saltavano e si aggiravano in movimenti frenetici,
il vento urlava triste
e sfiorava i bagliori di un migliaio di luci che illuminano il [ cielo.
Quando il vento si mosse all'attacco,
chilometri di grigio filo spinato iniziarono ad ondeggiare
ed agitarsi in segno di protesta.
Un cancello non chiuso sbatté
e l'abbaiare spaventato di un cane da guardia
serrò il vento e lo portò dentro la notte.
Poi, come se il buon Dio avesse schioccato le dita,
cadde il silenzio.
Il vento era domato e le fate
si aggrappano al filo grigio
come una moltitudine di perle scintillanti.
La calma che seguì
e l'improvviso silenzio sospeso,
come soprannaturale, rimase,
finché non la turbò un gemito
dal cancello non chiuso
e le urla penetranti e taglienti
di viaggiatori notturni non visti
misti a urla di uccelli.
Le pozzanghere di pioggia argentata
luccicavano, mentre la notte,
passando, si assestava per ristabilirsi
dalla dura violenta prova.
E io guardavo una stella lontana
per sognare
nella tranquillità rinata.
Intanto volava
la fredda umidità
di quella notte di dicembre.
Prigione di Long Kesh, Irlanda del Nord
di Bobby Sands

Il testo che propongo qui, in ricordo di quella notte di dicembre non è scritto in forma di poesia, ma ha un suo ritmo speciale intrinsecamente poetico così come di poesia hanno il sapore le parole e le immagini usate da Bobby Sands.
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