Cerca nel blog

mercoledì 19 febbraio 2020

Davanti alla canzone dei deboli, accesi la mia voce di tramonti



QUASI GIUDIZIO FINALE


Il mio girovago far niente vive e si scatena  nella varietà della notte
La notte è una festa lunga e sola.
Nel mio segreto cuore io mi giustifico ed esalto:
ho testimoniato il mondo; ho confessato la rarità del mondo.
Ho cantato l'eterno: la chiara luna ritornante e le guance che invogliano l'amore.
Ho commemorato con versi la città che mi cinge e i sobborghi che si straziano.
Ho detto stupore dove altri dicono soltanto abitudine.
Davanti alla canzone dei deboli, accesi la mia voce di tramonti.
Gli antenati del mio sangue e gli antenati dei miei sogni ho esaltato e cantato.
Sono stato e sono.
Ho legato con salde parole il mio sentimento che poté essersi dissipato in tenerezza.
Il ritorno di una antica viltà ritorna al mio cuore.
Come il cavallo morto che la marea infligge alla spiaggia, ritorna al mio cuore.
Stanno ancora accanto a me, comunque, le strade e la luna.
L'acqua continua ad essere dolce nella mia bocca e le strofe non mi negano la loro grazia.
Sento lo sgomento della bellezza: chi oserà condannarmi se questa grande luna della mia solitudine                                                                                                                  [ mi perdona?

di Jorge Luis Borges

1 commento:

  1. incredibile poesia; nessuno condanni il poeta per il suo girovago far niente, egli ha "confessato la rarità del mondo", sente "lo sgomento della bellezza": penso ci sia tanto bisogno di ciò sia a livello individuale che collettivo, la società in cui vivo ne ha bisogno.

    RispondiElimina