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venerdì 1 novembre 2019

Apodytherion


Spogliati. 
Scopri questa secca che chiami pelle.

Naviga. Tra un solco ed uno scoglio
arenati dove l'acqua cede al sale.

Guarda.
Hai prosciugato l'Oceano da cavalcare, l'onda più alta di risacca.

Tocca.  Qui è solo fondo, conchiglie che azzoppano, sabbia e ancore
arrugginite.

Sotto le unghie s'attacca la terra che ricoprì mio padre.


      di Simona Mancini 



La poesia è la parte di noi che non sa stare al mondo. Quella azzoppata alla nascita. Scampata alla rupe. Così Simona Mancini, che si muove nell'universo delle parole come se fosse la sola dimensione possibile dell'esistere, da fuori.


Ho spesso desiderato che lo strano viaggio verso una stella tenue, ad un certo punto, potesse assumere l'aspetto di "un posto pulito, illuminato bene", un posto bello dove rimanere insieme a 
quelli che non riescono ad andare a letto presto, "tutti quelli che hanno bisogno di una luce per la notte" , come nel racconto di Ernest Hemingway.

E' quello il momento in cui qualcuno dei miei compagni di viaggio ci avrebbe fatto dono della sua poesia. Oggi questo desiderio si realizza con la bella poesia di Simona Mancini Apodytherion. Lo spogliatoio, un confine misterioso, una soglia che immette in un'esperienza della vita segnata da 

... conchiglie che azzoppano, sabbia e ancore
arrugginite





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