Tornando a casa...
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Dante si rivolge a Guido Cavalcanti, il suo
primo amico (così lo definisce nella
Vita Nuova), per condividere con lui un desiderio: insieme all'amico Lapo, essere presi
per incantamento e messi in un vascello che navighi per ogni mare, guidato solo dalla loro volontà. Nessuna tempesta o tempo cattivo in questo viaggio,
anzi avrebbero vissuto secondo un unico comune sentimento del piacere, sentendo crescere in loro
'l disio di essere insieme.
Con Dante, Guido e Lapo, la magia del
buono incantatore avrebbe posto le tre donne amate dagli amici e ragionando sempre d'amore (espressione densissima di significati, per i quali il rimando più immediato è forse la canzone
Donne ch'avete intelletto d'amore), con queste avrebbero trovato nuovi significati alla felicità.
Il sonetto di Dante Alighieri, uno dei più noti della sua produzione giovanile, ha il suo nucleo espressivo più forte in un'esigenza comune anche ai nostri giorni, quella di ricreare una speciale corte di spiriti uniti da affinità elettive, con i quali ritrovarsi nell'aspirazione a
viaggiare evitando tempeste e nubi oscure e cariche di pioggia. Tale forma di amicizia, rara e preziosa, è resistente e fragile al tempo stesso, necessita di cure e ha un suo proprio
stile che la distingue tra tutte le altre.
Navigare - ma qui il senso del verbo si carica di ovvie valenze metaforiche - con amici di tal genere è un'esperienza straordinaria, senza la quale la vita rischia di diventare un ammucchiare i giorni, uno sull'altro.
Nell'atmosfera di questa poesia, rarefatta e sognante, intessuta di simboli e richiami a temi fiabeschi tipici della letteratura cortese e cavalleresca, è possibile che il lettore moderno intraveda uno scarto con il nostro presente, segnato dall'eclissi dell'idea stessa di amicizia spirituale. E poi non si tratta in fondo di un
sogno ? di un viaggio vissuto nell'immaginazione più che nella realtà?
Forse è bene riflettere sulla contrapposizione tra immaginazione e realtà. Secondo Carl Gustav Jung, ad esempio, nella attività dell'artista e nella vita psichica (ma il discorso in realtà va allargato a fenomeni di più ampia rilevanza) "ciò che dobbiamo al gioco dell'immaginazione è incalcolabile" e sarebbe segno di miopia trattare con disprezzo le fantasie a causa "del loro carattere singolare o inammissibile". In effetti anche secondo James Hillmann il legame tra le forme di interpretazione e conoscenza della realtà e l'attività immaginativa e simbolica è molto forte tanto che arriva a scrivere che
la coscienza dipende dall’immaginazione.
Tramite il sonetto di Dante dunque non solo viviamo una risolutiva esperienza estetica (chi volesse ascoltare il sonetto letto da Aroldo Foà può farlo qui:
https://www.youtube.com/watch?v=2AcBJ7Ol3zI), ma sperimentiamo una diversa via di conoscenza del mondo e di noi stessi.
E' vero: quanto più il mondo moderno si allontana, o crede di allontanarsi, da questa forma di
sympatheia tanto più si diffonde il tipo umano del cinico e del beffardo. Non certo uno che Dante, Guido e Lapo, o le loro donne, avrebbero gradito sul loro vascello. In questo senso è possibile che rispetto alla forza evocativa del sonetto qualcuno sia preso da un sentimento di estraneità assoluta o peggio di disillusione. La poesia di Dante, tuttavia, non è una bilancia sulla quale pesare ciò che ci manca, essa è piuttosto il sestante indispensabile a tracciare la rotta futura.
Il più bello dei viaggi è quello che abbiamo fatto con i nostri amici più cari e fidati oppure quello che stiamo per fare, anche solo con la forza dell'immaginazione, insieme ad un equipaggio che via via si va formando.
Forse non ci vorrà così tanto...