Cerca nel blog

domenica 11 agosto 2019

Un'inattesa felicità



  Felicità

                 di Raymond Carver


Talmente presto che fuori è ancora quasi buio.
Sto alla finestra con il caffè
E le solite cose della mattina presto
Che passano per pensieri.
A un tratto vedo il ragazzo e il suo amico
Venire su per la strada
Per consegnare il giornale.
Portano il berretto e il maglione
E uno la borsa a tracolla.
Sono così felici
Che non dicono niente, questi ragazzi.
Mi sa che se potessero, si prenderebbero sottobraccio.
Il mattino è appena sorto
E stanno facendo questa cosa insieme.
Avanzano lentamente.
Il mattino si fa più luminoso,
anche se la luna pende ancora pallida sul mare.
Una tale bellezza che per un attimo
La morte e l’ambizione, perfino l’amore
Non riescono a intaccarla.
Felicità. Arriva
Inaspettata. E va al di là, davvero,
di qualsiasi chiacchiera mattutina sull’argomento.

La poesia di Carver non ha tra i suoi punti di forza la musicalità. Il ritmo, piuttosto, appare piano, appena modulato qui e là da un'accelerazione o da una pausa che di raro assumono l'intensità di un canto. Felicità non fa eccezione a questa tendenza generale: le immagini appaiono nitide, illuminate dalla luce del mattino appena sorto; lo sguardo si sofferma su oggetti consueti, una strada in salita, due ragazzi che la percorrono lentamente, un berretto, un maglione, una cartella, la luna che pende ancora pallida sul mare.
Due giovani amici felici, che se potessero camminerebbero abbracciati, non c'è niente che valga la pena dire, essere insieme basta. Qualcosa di miracoloso accade nella poesia di Carver: felicità e bellezza si rivelano al di là dei pensieri della mattina presto, al di là delle parole astratte con cui cerchiamo di dare senso alle cose, la morte, l'ambizione, perfino l’amore. Ogni tentativo di fermare la vita in una definizione convincente, ogni sforzo di conteggio e bilancio della nostra allegria di naufragi si rivela inutile, una vana chiacchiera, perché la felicità giunge così, da una strada in salita, portata sulle spalle da due ragazzi sconosciuti, arriva inaspettata...

Una inattesa felicità.

Cosa intende Carver con questa espressione? Da dove scaturisce la fonte della gioia improvvisa di cui è testimone?

Inatteso è un aggettivo che possiamo usare in senso positivo, come quando ci riferiamo a "un inatteso colpo di fortuna" o per connotare, al contrario, una situazione spiacevole come "un inatteso voltafaccia". Anche rimanendo alla sua valenza positiva il termine assume sfumature significative: una vittoria inattesa di una squadra contro un'altra da tutti ritenuta imbattibile è cosa diversa rispetto alla vincita inattesa alla lotteria nazionale. Sebbene in tutti e due i casi l'aggettivo inatteso valga come imprevedibile, nel primo esempio la vittoria è frutto - anche - di un impegno agonistico straordinario, di un'ambizione determinata, nel secondo non vi è implicata, invece alcuna virtù, alcun merito.

Vi è poi una terza Valenza nell'uso del termine inatteso; mentre nei casi precedenti è in evidenza, pure se in forme diverse, l'agire umano che produce risultati imprevedibili, lo stesso termine circoscrive a volte un esperienza esistenziale del tutto differente.  Tale esperienza è simile, per continuare con esempi tratti dalla vita quotidiana, a quella di chi riceva una cospicua eredità da un lontano parente sconosciuto o a quella di una madre alla quale dopo molti anni recapitino una lettera di un figlio dato per morto.
In casi di questo genere ciò che non è aspettato, non è nemmeno immaginabile e la sua apparizione è in definitiva una rivelazione che ha i tratti della assoluta sorpresa, dello stupore illuminante.  È proprio secondo questa prospettiva  che Dante Alighieri descrive nelle pagine della Vita Nuova la prima volta in cui vede Beatrice.

La felicità inattesa è l'incontro con l'assolutamente altro e la poesia che ne deriva ci raggiunge, per usare un'espressione di Cristina Campo, come una professione di incredulità nell' onnipotenza del visibile.

Nessun commento:

Posta un commento