Avresti bisogno - mi dici - di una poesia capace di scioccarti.
Ma forse non è di un'emozione forte che hai bisogno, ma di ricordare ... ricorda il naufrago Odisseo che chiede ospitalità a Nausicaa, la figlia del magnanimo Alcinoo, ed il pianto dei cavalli divini di Achille sul cadavere di Patroclo
Scuotevano la testa e le lunghe criniere agitavano,
la terra calcando con gli zoccoli, e piangevano
Patroclo: lo vedevano estinto – senza vita –
una misera carne vuota – lo spirito suo svanito –
indifeso – senza più soffio in petto –
nel gran Nulla ripiombato dalla vita.
E ricorda la luce sui campi di grano della Messenia e il sapore dell'acqua dell' Eurota, le colonne doriche che svettano sull'Acropoli, la cetra che risuona, lo zufolo di Pan che irretisce, i sistri e i cembali, le fiaccole che illuminano la notte sulla strada di Eleusi...
Questo è ciò che puoi seminare e donare, che da te si attende e spera, un fardello e un privilegio che a te è destinato.
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Orpheus, Franz Stuck 1891 |
Silenzioso amico di molte lontananze, senti,
come il tuo respiro ancor lo spazio accresce.
Nella tramatura d’oscuri ceppi di campana
abbandonati e risuona. Ciò che ti consuma,
diventa forza per questo nutrimento.
Nella metamorfosi entra ed esci.
Qual è in te l’esperienza più dolente?
Se ti è amaro il bere, diventa vino.
Sii in questa notte della dismisura
magica forza all’incrocio dei tuoi sensi,
senso del loro incontro strano.
E se terrestrità ti ha dimenticato,
dì alla terra immota: io scorro.
Alla rapida acqua parla: io sono.
di Rainer Maria Rilke, Sonetti ad Orfeo
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