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sabato 29 giugno 2019

Haiku n.2





in questo giorno


che tramonta


sono caduti i fiori di ciliegio


 di Miura Chora (1729-1780)

Lo haiku è la più piccola forma di poesia esistente; attraverso tre versi di cinque, sette, cinque sillabe - spiega Elena Dal Pra  nell'introduzione al volume Haiku. Il fiore della poesia giapponese - gli haijin, i poeti di haiku, colgono "un battito della vita dell'universo". Diciassette sillabe, il balenare di una luce che provoca uno squassamento globale della mente, quindi lo schiudersi inatteso di un nuovo mondo, non prima percepito.

"L'arte occidentale - ha scritto a tal riguardo Roland Barthes (L'impero dei segni, Einaudi 1984) - trasforma l'impressione in descrizione. Lo haiku non descrive mai: la sua arte è anti-de-scrittiva nella misura in cui ogni stadio della cosa è caparbiamente, vittoriosamente trasformato in una fragile essenza di apparizione".

Contro uno sfondo grande, spesso solo suggerito - è ancora Elena Dal Pra a guidarci - un movimento infinitesimale ci scuote, ci fa riconoscere il fueki ryūkō  "l'impermanenza" di ogni cosa. Per cogliere lo spirito degli haiku dobbiamo rifarci ad uno dei fondamenti dell'estetica giapponese: un principio chiamato "Mono no aware" (物の哀れ), la quieta commozione per la caducità delle cose, che nasce dalla contemplazione malinconica e solitaria della bellezza effimera della natura.

Nello haiku di Miura Chora, lo sguardo prova tristezza di fronte al venir meno dei fiori di ciliegio, ma allo stesso tempo è preso da una struggente meraviglia per la loro precaria bellezza (la fioritura dei fiori di ciliegio dura solo pochi giorni, da una settimana a dieci giorni, di solito). Lo spirito indugia sul fluire inesorabile del tempo, nella consapevolezza che  tutto è destinato a passare velocemente; da questo stato dell'animo sorge una serena empatia verso tutto ciò che trascorre.

In questo giorno - così comincia il nostro haiku - , non in quello di ieri, tanto meno nell'idea-immagine di tramonto (in cui siamo soliti racchiudere la somma dei ricordi e delle rappresentazioni del tramonto), in questo giorno, che è diverso da tutti gli altri che lo hanno preceduto, hic et nunc, nella luce di un preciso, irripetibile istante, la mente si concentra nel presente. Non ci sarà mai più un giorno come questo, non ci sarà mai più un tramonto come questo davanti al quale il poeta si trova, "un battito di vita dell'universo".
Lo sguardo non si fissa su un punto in particolare, abbraccia l'orizzonte tutto attorno a sé; nella luce del tramonto ecco

sono caduti i fiori di ciliegio. 

Il battito di un cuore, l'istante e il frammento di questa piccola storia del mondo. Sono caduti...  bisogna fare attenzione qui e fermarci su questa scelta del tempo verbale, sono caduti... i fiori di ciliegio. 
Pare di sentirlo il rumore di questo ultimo fiore di ciliegio che percuote la terra. Un attimo per volteggiare appena, è l'ultimo dei suoi pari, l'ultimo dei fiori più belli, quelli che vivono una breve vita illuminata dalla ricerca della perfezione, come i samurai di cui i fiori di ciliegio sono il simbolo, come l'arco elegante e perfetto che trascorre la spada quando è estratta dal suo fodero.
Ora si posa, l'ultimo fiore di ciliegio, prende congedo dalla vita, spargendo la sua bellezza fino all'ultimo istante in cui depone la sua veste sulla terra.

Il cuore è pieno di gratitudine e commozione per quanto ha avuto in dono di contemplare, perché - sì - l'uomo è ciò che contempla.







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